Sono quelli della sua natura a rendere unica questa Isola-Continente. Quelli delle sue specie endemiche (90%), dei suoi rettili (360), degli anfibi (290), delle tartarughe (13), delle piante (12.000), dei baobab (7), senza dimenticare i lemuri (più di 100). Manca qualcosa? Il re leone…
Testo di Franco Andreone
Celebrare il Madagascar, la sua geografia e la sua storia naturale, non è affatto facile, e a fatica lo si può raccontare in poche righe. Infatti, non è solo la quarta isola più grande del mondo (dopo Islanda, Nuova Guinea e Borneo), ma è soprattutto un originale laboratorio della Natura dove sono state sperimentate nuove soluzioni e adattamenti per i viventi.
Si tratta in pratica di un grande museo della biodiversità intendendo, con questo termine, la diversità dei viventi, sia in senso sistematico sia ecologico. Molte sono le specie di piante e di animali su questa che potremmo definire “arca alla deriva nell’Oceano Indiano”. Isola di San Lorenzo, Grand’Ile, Lemuria…: sono solo alcuni dei nomi con cui il Madagascar è stato chiamato. Ma altro nome, non meno poetico, è quello di “Isola Rossa”, dovuta al colore del plateau centrale, deforestato e denudato e simbolo di forti contrasti. La natura del Madagascar si caratterizza per un elevato tasso di organismi endemici, superiore al 90%, spiegabile tenendo conto della sua lunga storia indipendente nel corso della frammentazione del supercontinente Gondwana. Da circa 140 milioni di anni il Madagascar si è separato dall’Africa: in tale isolamento biologico si sono differenziate specie uniche, proprie di ambienti delicati e in precario equilibrio ecologico.
Licaoni e leopardi non vivono qui
Qui sono assenti diverse famiglie di mammiferi, non avendo mai raggiunto l’isola dopo la sua separazione dall’Africa. Mancano i grandi mammiferi africani, nonché vari canidi e felidi (licaoni, leoni, leopardi, ecc…). L’isola è relativamente ricca di uccelli acquatici, quali aironi, anatre, fenicotteri, e venti sono le specie di rapaci, ma senza grandi avvoltoi, presenti invece in Africa continentale.
La stessa sorte dei lemuri giganti e degli ippopotami nani è stata subita dagli “uccelli elefanti” del Madagascar, estinti da alcune centinaia di anni, che erano l’equivalente malgascio di struzzi, emù e moa. Un’eccezionale biodiversità si riscontra fra gli anfibi e i rettili, che sono probabilmente fra le maggiori attrazioni per i naturalisti. Ben oltre 360 sono le specie di rettili e più di 290 gli anfibi. A parte le molte lucertole e serpenti, i rettili comprendono una specie di coccodrillo presente anche in Africa (Crocodylus niloticus), e 13 specie di tartarughe. Fra i sauri, oltre a moltissimi gechi (fra cui i verdi e diurni Phelsuma) vale la pena ricordare i molti camaleonti, con dimensioni che vanno dal gigante Furcifer oustaleti, che può misurare fino a 70 centimetri, alla minuscola Brookesia minima, che raggiunge a malapena i 3.
Passando dalla zoologia alla botanica: le piante che crescono in Madagascar annoverano un totale di almeno 12.000 specie, che ne fanno una delle più ricche flore al mondo. Otto delle 191 famiglie sono endemiche: approssimativamente 240 dei 1300 generi sono endemici, 26 sono presenti solo in Madagascar e Sud America, ma non in Africa. La più nota pianta del Madagascar è la Ravenala madagascariensis (la palma del viaggiatore), che è anche uno dei simboli del Paese. Che vanta anche circa 180 specie di palme, molte più di quelle che si possono trovare nell’Africa continentale, nonché più di mille specie di orchidee.
Giganteschi baobab e minuscoli alberi bottiglia
L’altopiano centrale oggi è ampiamente deforestato e caratterizzato da una vegetazione impoverita. Nel corso del XIX secolo diverse specie di Eucalyptus sono state introdotte, insieme ad alcune conifere, per fornire legname e per rallentare i preoccupanti fenomeni erosivi. Mentre le foreste originarie sono attualmente ridotte a piccole enclave in valli incassate. La regione occidentale, più arida, è coperta di savane erbose. Le foreste occidentali sono di solito composte da specie che perdono le foglie durante la stagione secca: fra le specie più peculiari e grandiose si ricordano poi i baobab (presenti in Madagascar con ben 7 delle 8 specie mondiali) e i piccoli alberi bottiglia, appartenenti al genere Pachypodium. Qui – come altrove – la conservazione della biodiversità è possibile solo se attuata in armonia con lo sviluppo della popolazione umana. Con una superficie doppia di quella italiana, una popolazione di circa 31 milioni di abitanti, poco più di 500 dollari statunitensi l’anno in termini di reddito pro-capite, il Madagascar è uno dei più poveri Paesi al mondo. Per non dire dei problemi dovuti al differente dialetto delle molte etnie, che spesso non riescono a comprendersi fra di loro. Tutti aspetti di non facile soluzione, che comunque hanno influenza anche sulla possibilità di salvaguardare l’ambiente naturale.