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WILLY FASSIO

PASSIONE DEL VIAGGIO

Le spedizioni nell’Amazzonia venezuelana

Affascinato dalla lettura del libro di Leonard Clark “I fiumi scendevano ad Oriente”, Willy Fassio affronta la sua prima avventura nell’Amazzonia Venezuelana nel 1968 partecipando ad una spedizione geo-etnografica patrocinata da vari enti ed istituti scientifici. Durante questa prima spedizione risale con una falca il fiume Orinoco per oltre 900 chilometri partendo da Puerto Ayacucho, capoluogo del Territorio Federal Amazonas, e raggiungendo con alcuni compagni la missione salesiana di S. Maria de los Guaycas situata alla confluenza del Rio Ocamo con l’Orinoco. Prosegue la navigazione per altri 200 chilometri lungo l’Ocamo con piccole ed agili imbarcazioni che vengono trainate in foresta nei tratti in cui il fiume non è navigabile a causa delle numerose rapide. Dalle rapide di Arata Pora, che rappresentavano l’estremo punto esplorato del bacino dell’Ocamo e con soli tre membri della spedizione, si inoltra in una regione mai prima esplorata, percorrendo 80 chilometri a piedi nella fitta foresta. Qui viene in contatto con otto comunità di indios Yanohama, quattro delle quali non avevano mai conosciuto l’uomo bianco. Le diverse attività sportive praticate, speleologia, paracadutismo, alpinismo, si rivelano un’ottima scuola per affrontare questo e i successivi viaggi esplorativi nella natura primordiale di ambienti molto isolati e difficili. Dopo questa prima spedizione, Willy Fassio ritorna in Venezuela innumerevoli volte per realizzare una nuova serie di viaggi esplorativi nel medio ed alto corso dell’Orinoco raggiungendo in più viaggi la zona di Peñascal, estremo punto navigabile dell’Orinoco prima delle sue sorgenti. Durante queste spedizioni risale tutti gli affluenti e sub-affluenti del medio e alto bacino dell’Orinoco: quelli del lato orografico destro rappresentati dal Rio Ventuari, area stanziale degli indios Maquiritari, dal Rio Cunucunuma, dal Rio Padamo e dal suo affluente orografico destro, il Continamo, abitato da gruppi di Maquiritari e Yanohama. Ritorna più volte sull’Alto Rio Ocamo dove incontra altri gruppi Yanohama molto primitivi tra cui le tribù dei Wabutabu-teri, Yanochano-teri, Yeishibu-teri, Pishanshi-teri, Acocoi-teri, Apropoi-teri e il temibile gruppo Shi-tari, un gruppo estremamente restio ad accettare il contatto con l’uomo bianco. Sul lato orografico sinistro dell’Orinoco discende in più viaggi il Canal Casiquiare, fiume che collega il bacino dell’Orinoco con il bacino del Rio Negro, affluente a sua volta del Rio delle Amazzoni, spingendosi sino al territorio brasiliano. Esplora successivamente il lato orografico sinistro del Casiquiare, il Rio Siapa con i suoi affluenti minori, il Manipitare e il Moni, aree di stanziamento di alcune delle più isolate tribù di indios Yanohama.
Nel 1980, grazie all’esperienza acquisita e alla conoscenza dell’Amazzonia venezuelana, Willy Fassio viene chiamato ad organizzare per il “Centro Studi e Ricerche Ligabue” di Venezia una spedizione scientifico-antropologica sull’Alto Orinoco che vede anche la partecipazione di alcuni studiosi del “Museo di storia naturale” di Parigi. L’area individuata è tra le meno conosciute e, solo raramente, visitata da qualche missionario od antropologo. L’itinerario prosegue poi nell’area amazzonica di Canaima, nella Guyana Venezuelana, raggiungendo la base del Salto Angel, la cascata più alta del mondo che precipita con un vertiginoso salto di oltre 1000 metri dalla sommità dell’Auyantepuy, perduta tra le nubi che vi stazionano perenni conferendo a questi luoghi un senso di mistero.
Un antico detto tramandato dalle genti dell’Orinoco afferma che: “Se al tramonto senti il canto del piapoco (il tucano), fatalmente tornerai all’Orinoco”. Ora, dal lontano 1968 Willy Fassio ha percorso più di 30.000 chilometri in quell’immenso mare di acqua, foresta e cielo che è l’Amazzonia: non un paradiso, non un inferno, come molti l’hanno definita, ma un ambiente straordinariamente suggestivo e primordiale dove la fantasia, i sogni e l’avventura possono spaziare senza limiti come i mille rigagnoli e i mille fiumi che ne formano l’impenetrabile intreccio, una foresta primigenia che nasconde ancor oggi fenomeni geologici sconosciuti, una frenetica vita animale, più di 100 specie di piante per ogni metro quadrato e forse, qua e là ancora, qualche indios che non conosce l’esistenza di uomini diversi da lui, per il quale la luna, chiamata “motoca”, rappresenta con il sole, “peribo”, l’unico elemento per determinare le distanze che lo separano da un fiume, da una montagna o da un’altra tribù. Con un ampio gesto ad arco del braccio egli dirà “Moni motoca peribo”, “Boracabi motoca peribo” ovvero: per andare da questo luogo a quell’altro occorre che nel cielo scorra “una volta la luna, una volta il sole”, cioé un giorno, oppure “due volte la luna, due volte il sole”, cioé due giorni. Per distanze maggiori lo Yanohama esclamerà semplicemente “Brucaaa… motoca peribo” ovvero “molte volte la luna, molte volte il sole”. Quest’uomo che vive isolato nella foresta con i sensi tesi a percepire ogni fenomeno naturale che lo circonda non sa che la pallida luce di “motoca”, che rischiara durante la notte le acque dei fiumi e le radure della selva è stata quasi 50 anni fa calpestata da un suo simile e che lo stesso ora, con mostri giganteschi ben più temibili dei pericoli della foresta, minaccia la sua esistenza. Un giorno non lontano leggeremo sui libri: “Sull’Alto Orinoco vivevano un tempo gli Yanohama, si tagliavano i capelli come la tonsura dei frati poichè essi si consideravano i figli della luna…”. Willy Fassio ha pubblicato numerosi articoli sui suoi viaggi-spedizione in Amazzonia sulle riviste geografiche e del settore turismo ed ha collaborato alla stesura del volume “Alto Orinoco, indios e ambiente” edito dalla Erizzo di Venezia.

L’Oriente ecuadoriano e le Isole Galapagos

Dopo la grande avventura dell’Amazzonia venezuelana, Willy Fassio si prepara ad una nuova spedizione, questa volta in Ecuador, percorrendo il versante orientale delle Ande sino ai bassopiani alluvionali amazzonici. A bordo di piroga a motore naviga sul Rio Napo, affluente del Rio delle Amazzoni, alla ricerca dei Waorani, un esiguo gruppo di cacciatori-raccoglitori che conducono la loro esistenza nelle zone più isolate e inospitali della giungla, conosciuti e temuti per l’elevata conflittualità sia nelle relazioni interne sia con le popolazioni confinanti. Le spedizioni in Ecuador lo portano successivamente alla scoperta delle Isole Galapagos con le loro atmosfere primordiali. I primi viaggi erano molto avventurosi, realizzati per lo più da pescherecci, “i disagi erano tanti ma grande era anche la soddisfazione di calcare luoghi creati dai vulcani dell’oceano e abitati da una fauna straordinaria che si avvicinava senza timori”. Willy Fassio torna alle Galapagos almeno una trentina di volte proponendo per primo in Italia questa destinazione.

Dalle Ande al Sahara: anni di traversate

Negli anni che seguono Willy Fassio dedica le proprie energie a lunghe traversate del deserto sahariano, dalle coste del Mediterraneo sino ai paesi del Sahel e del Golfo di Guinea, attraversa varie volte le sconfinate distese di sabbia e pietre del Tafassasset, del Ténéré e del Tanezrouft. In Sud America ritorna a più riprese organizzando spedizioni dalle regioni patagoniche alla Terra del Fuoco, attraverso i deserti d’alta quota e i vasti altopiani andini di Bolivia e Perù.

I “Viaggi ricerca” e gli anni del Camel Trophy

Nel 1977 Willy Fassio pone ufficialmente le basi della sua attività di tour operator e fonda Il Tucano Viaggi Ricerca. Alla passione per i viaggi affianca il desiderio di divulgare le esperienze acquisite ideando itinerari geo-etnografici in regioni che non sono ancora entrate nell’immaginario del turismo. Il 1985 segna l’inizio della collaborazione con la società Reynolds Tobacco, proprietaria del marchio Camel. Al Tucano vengono affidate manifestazioni sportive importanti che richiedono un notevole impegno organizzativo e logistico, con spostamento di centinaia di uomini e mezzi, montaggio dei campi in foresta, predisposizione dei circuiti con determinate caratteristiche. Sono la Marathon Bike in Perù e le Selezioni Italiane del Camel Trophy in Kenya (1986), nella foresta del Tai in Costa d’Avorio (1988), in Cameroun (1990), nel Territorio Amazonas in Venezuela (1990). È di quegli anni la pubblicazione della linea di viaggi avventura “Camel adventures” di cui Il Tucano ha curato la programmazione e l’aspetto tecnico-organizzativo. Negli anni il nostro percorso, la nostra storia ci ha visti precursori di tante mete, un tempo sconosciute ai più o mai affrontate prima e questo gusto della ricerca, della scoperta, ci accompagna ancora oggi.