“Un Himba è niente senza bestiame”, dice un proverbio. L’orgoglio degli Himba sono le loro mandrie. Per questi pastori semi-nomadi, il bestiame è la spina dorsale della vita: il latte cagliato “omaere” è la base del cibo, la pelle un elemento essenziale nella fabbricazione di attrezzi e ornamenti. I contenitori per la zangolatura del latte sono realizzati con pancette di vacca. Il grasso animale viene utilizzato nel trucco, mentre lo sterco (con terra e acqua) è un componente essenziale della malta utilizzata per costruire le capanne.
I membri di un’unica famiglia allargata vivono in un “onganda”, un piccolo villaggio circolare di capanne intorno a un recinto “kraal” per il bestiame e l’”okuruwo” il fuoco sacro, attraverso il quale possono comunicare con gli spiriti dei loro antenati: convivenza tra uomo, animali e antenati.
Tra gli Himba l’organizzazione familiare ha un doppio sistema di filiazione. Ogni individuo infatti è affiliato sia per via materna che paterna. Questo sistema di doppia discendenza fa sì che la proprietà del bestiame e della terra viene trasmessa per linea materna, mentre la residenza, i riti religiosi e l’autorità familiare, per via paterna. In questo modo ogni kraal è imparentato con gli altri attraverso i Matriclan chiamati Omaanada e i Patriclan chiamati Oruzo.
Ai due sistemi, matrilineari e patrilineari si aggiunge un sistema che raggruppa i membri dei villaggi che hanno avuto la circoncisione e le ragazze che hanno avuto la mestruazione nello stesso anno. Questo intreccio di legami crea una complessa struttura sociale che permette al gruppo di creare un senso di appartenenza e solidarietà.
Il legame che unisce gli Himba al loro bestiame viene espresso nell’uso delle donne Himba di cospargersi , dalla testa ai piedi, di una pasta color ocra “otjize”, una miscela di grasso animale e polvere di ematite che viene applicata su pelle e capelli due volte al giorno e conferisce un caratteristico colore rosso-arancio, nonché una consistenza e uno stile tradizionale unico.
I capelli anch’essi cosparsi d’ocra sono molto importanti, le ragazze portano due trecce di capelli, chiamate “ozondato”, rivolte in avanti verso il viso quando sono bambine e all’indietro quando sono abbastanza grandi per sposarsi.
Le acconciature indicano lo stato, l’età e la posizione sociale.
Crescendo, i capelli verranno coperti da un copricapo in pelle di capra “erembe” indossato dalle donne sposate, mentre l’“ekori” è indossato per matrimoni e cerimonie. Tra i seni nudi porteranno una conchiglia “ohumba”, simbolo di fertilità.
I neonati e i bambini piccoli hanno la testa rasata, mentre gli uomini non sposati raccolgono i capelli in un codino che in età adulta verrà ricoperto da un berretto di pelle “ombiya”.
Acconciature e ornamenti sono come una carta d’identità, hanno tutti un significato: sappiamo quanti figli ha avuto una donna o se sua madre è ancora viva. Ad esempio, la grande collana di rame “ozondengura” significa che ha avuto almeno un figlio . Altrimenti indosserà una collana di perle bianche “umbware”.
Sebbene gli Himba siano ancora attaccati alla loro terra, alla loro vita pastorale nomade e alle loro tradizioni, non sono isolati dalla modernità e le loro usanze hanno cominciato a cambiare gradualmente.
Preservare la propria identità sarà senza dubbio la battaglia più impegnativa che dovranno combattere nei prossimi anni.
“Epi nava” (arrivederci)!
Foto di copertina: nj (Adobe Stock)