Armatevi di una mascherina e di prudenza. Forse non si dovrebbe iniziare un articolo di viaggio in questo modo, ma non preoccupatevi: ve ne libererete presto per immergervi nella straordinaria natura vietnamita. Dalla capitale Hanoi è, infatti, indispensabile passare, l’aeroporto più comodo per proseguire in un itinerario alla scoperta di alcuni dei più suggestivi paesaggi che questo Paese possa offrire si trova proprio nella capitale e in ogni caso immergersi nel suo caos sfrenato vi farà apprezzare ancora di più le successive tappe del viaggio.

Vietnam, Hanoi. Foto di Andrey Samsonov
Sebbene il governo abbia recentemente promesso di bandirli entro il 2030, ad Hanoi si contano più di cinque milioni di motorini per sette milioni di abitanti. Banchi di mezzi a due ruote sfrecciano in tutte le direzioni, superando da ogni lato e rispettando difficilmente i semafori. Se girate a piedi sappiate che nessuno si fermerà per lasciarvi attraversare e per raggiungere il lato opposto di una strada non potrete fare altro che lanciarvi con sprezzante coraggio oppure seguire qualche vietnamita abituato a muoversi nel traffico locale. Il traffico non è solo nelle strade, ma anche sui marciapiedi: prolungamenti naturali di case e negozi sono usati come cucine e spazi espositivi, ospitando mercanzie di ogni tipo o piccoli tavolini e sgabelli di plastica, dove fare compere o sedersi a consumare specialità locali (provate le tipiche polpette in brodo piccanti e il caffè all’uovo).

Vietnam, Hanoi. Foto di Malingering
In città si può prendere fiato al Tempio della letteratura, vera oasi di pace e silenzio è un ottimo esempio di architettura tradizionale vietnamita. Dedicato a Confucio e a eruditi e letterati, il tempio fu costruito nel 1076 e fu la sede della prima università del Vietnam. Al suo interno un giardino e varie costruzioni dove era possibile pregare, seguire le lezioni e dove gli studenti alloggiavano anche: i più meritevoli da una parte, quelli meno da un’altra.
Fate una passeggiata anche sul ponte The Huc, Sole Nascente, porta al Tempio di Ngoc Son (Tempio Monte di Giada), situato in un’isola nella parte settentrionale del lago Hoan Kiem. Se lo smog della capitale non vi spaventa potete fermarvi sulle sponde del lago per fare un po’ di esercizio all’aria aperta, sono tanti i cittadini che si ritrovano qui per allenarsi insieme oppure per prendere parte a un massaggio di gruppo: in fila indiana, ognuno massaggia la schiena di chi ha di fronte.
Sapa e le minoranza etniche
La prima tappa alla scoperta degli straordinari paesaggi vietnamiti è a Sapa, nel nord del Paese. Da Hanoi potete raggiungerla con un treno o un autobus notturno, entrambe le soluzioni sono poco confortevoli per ragioni diverse, ma la meta vale il viaggio. Oltre alle geometriche gradinate di risaie che si perdono a vista d’occhio, l’area, estremamente verde e ricca di vegetazione, offre cascate e foreste di bambù dove è piacevole perdersi. Sapa vi stregherà non solo per le sue incantevoli risaie, ma anche per la ricchezza culturale delle popolazioni che risiedono nei villaggi di montagna nei suoi dintorni.

Vietnam, Sapa e le minoranze etniche. Foto di J Duval
Sono 54 le diverse minoranze etniche che qui risiedono, ciascuna con usanze e variopinti abiti tipici in grado di portare un tocco di colore anche nelle giornate più grigie. Per un giro alla scoperta dei villaggi affidatevi ai tanti tour operator locali, le cui guide sono donne delle diverse tribù. Armati di stivali di gomma per affrontare i sentieri fangosi e ombrellino alla mano si parte per percorsi di trekking di diverso livello alla scoperta del paesaggio e di usi e costumi. Tra un sentiero e l’altro, chiacchierando con la vostra guida vi sarà facile scoprire l’antica tradizione della tessitura e della colorazione dei vestiti con la tecnica del batik o ancora qualche credenza legata ai bambini. Ad esempio alcune popolazioni danno un nome temporaneo e brutto ai neonati, per fare in modo che gli spiriti cattivi non vogliano prenderseli, altri usano il primo nome del padre per il nuovo arrivato, come secondo del figlio, per portare avanti il lignaggio, altri ancora scelgono il nome di un antenato per onorarne la memoria. Le donne portano spesso con sé i bambini, i più piccoli sulle spalle, dentro le ceste che altrimenti utilizzano per portare i loro manufatti artigianali da vendere. Per la notte evitate gli alberghi di Sapa, la cittadina non ha molto da offrire, meglio fermarsi in una delle homestay dei piccoli villaggi di montagna: forse dovrete rinunciare a qualche comodità, dormendo in stanze comuni, a casa di persone del posto, ma buona cucina casalinga e happy water, un distillato di riso che regala la felicità, non mancano mai.

Vietnam, Sapa. Foto di Jorge Cancela
Baia di Ha Long
La leggenda narra che fu una famiglia di draghi a creare la splendida baia di Ha Long. Per difendere il Vietnam dagli attacchi degli invasori cinesi, le creature sputarono delle perle che formarono una cintura di isolotti a protezione del Vietnam. Dal 1994 è patrimonio dell’umanità dell’Unesco e oggi ci si naviga grazie alle numerose crociere organizzate nella baia. Godetevi il silenzio e la quiete che questo luogo saprà trasmettervi, lasciando che i vostri occhi si perdano alla ricerca di sagome e figure suggerite dalle centinaia di isole e faraglioni calcarei intorno a voi. Il simbolo della baia sono due scogli che ricordano due uccellini becco a becco, provate a scovarli. Nella baia si può fare kayak, nuotare, fare diverse escursioni o semplicemente godersi il paesaggio restandosene comodamente sdraiati sul ponte della nave. Non perdetevi la grotta delle sorprese, sicuramente la più famosa fra quelle della baia. Situata nel centro della stessa, la grotta è formata da due camere e ha un’altezza di circa 30 metri. Osservate con attenzione il soffitto: una distesa di dune di pietra vi riempirà gli occhi: in alcuni punti infatti, al di là delle numerose stalattiti, la forma delle rocce lavorata dal tempo, ricorda la distesa di un deserto.

Vietnam, Baia di Ha Long. Foto di Irony Merony
Phong Nha-Kẻ Bàng
A differenza delle perle della baia di Ha Long, il parco nazionale di Phong Nha-Kẻ Bàng può essere descritto come un gioiello nascosto. Dichiarato anch’esso Patrimonio naturale dell’Umanità dall’Unesco, non è ancora stato scoperto integralmente. Il grande sistema di caverne e grotte raggiunge infatti la lunghezza totale di 70 chilometri e di questi soltanto 20 sono stati esplorati degli studiosi. Il parco gode inoltre di un importante primato e ospita al suo interno la grotta di Sơn Đoòng, la più grande al mondo. Lunga circa 9 chilometri e con un’estensione media, sia in altezza che in larghezza, di 80 metri, raggiunge in alcuni passaggi 250 metri di altezza e oltre 200 di larghezza. Visitarla non è scontato e per potervi accedere occorre prenotare con largo anticipo. Solo un numero limitato di visitatori ha infatti la possibilità di entrare al suo interno e di dormire in tenda per un tour di qualche giorno. “Grotta del fiume di montagna”, questo il significato racchiuso nel nome di Sơn Đoòng, la cavità è nata 2,5 milioni di anni fa per l’azione erosiva di un fiume che ha scavato il suo percorso facendosi largo fra le pareti calcaree. Lasciare fuori dalla grotta ogni pensiero sarà facile: uno straordinario mondo sotterraneo attende i suoi fortunati visitatori con corsi d’acqua, spiagge, foreste, pendii e anche alcune specie naturali endemiche.

Vietnam, Son Doong Cave. Foto di Vtoanstar