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Esiste una relazione simbiotica tra esseri umani e vegetali, in cui entrambi si influenzano e si modellano reciprocamente. Le piante vengono così utilizzate in molti rituali, che mirano ad allontanare gli spiriti maligni, ma anche a prevenire disastri e a mantenere in equilibrio le relazioni all’interno delle diverse aree del cosmo.

 

Il rapporto tra l’essere umano e le piante è da sempre al centro degli studi dell’etnobotanica. Dopo oltre un secolo di ricerche, questa disciplina ha ampliato il suo campo di indagine, abbracciando numerosi aspetti della vita quotidiana delle persone. Il valore d’uso delle piante risiede nei loro attributi naturali, ma la loro applicazione pratica è determinata dalle culture che le utilizzano. Le comunità indigene, da sempre, hanno mantenuto un equilibrio con l’ambiente basato sulle conoscenze ecologiche locali. Le ontologie indigene riflettono le cosmologie, ovvero il modo in cui le popolazioni locali percepiscono, interpretano e si relazionano con il mondo, enfatizzando una visione olistica che riconosce l’interconnessione di tutti gli elementi dell’universo. Questa visione si traduce in una capacità esperienziale che scandisce i ritmi biologici, favorendo il dialogo tra gli individui e il loro ambiente, spesso attraverso rituali. Tali pratiche non solo mirano ad allontanare gli spiriti maligni, ma anche a prevenire disastri e a mantenere in equilibrio le relazioni all’interno delle diverse aree del cosmo.

Nel 2010, le risaie terrazzate Hani della prefettura di Honghe sono state riconosciute dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) come Patrimonio agricolo di importanza mondiale (GIAHS), e nel giugno 2013 sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Questi terrazzamenti, che si estendono principalmente nella contea di Yuanyang, sul versante meridionale dei monti Ailao, nel sud della provincia dello Yunnan, sono abitati da sette gruppi etnici: Hani, Yi, Dai, Zhuang, Yao, Miao e Han. I gruppi Hani e Yi occupano le zone più alte, Zhuang e Yao le altitudini medie, mentre i Dai si trovano nelle aree più basse, lungo lo spartiacque del bacino del Fiume Rosso (Hong He).

La società Hani, che ha da sempre modellato il paesaggio attraverso la coltivazione dei terrazzamenti a riso, è strettamente legata al ciclo agricolo e ha integrato le piante nelle proprie credenze e pratiche rituali. La trasmissione orale della tradizione etnobotanica è fondamentale per gli Hani, che imparano a conoscere le piante sia per scopi medici che rituali. Le piante, dotate di un valore sacro, diventano strumenti cerimoniali che stabiliscono una connessione profonda con la natura. In base alle necessità rituali, gli Hani selezionano piante specifiche in base alle loro caratteristiche e proprietà biologiche.

Le cosmovisioni, lo stile di vita e la percezione di malattia e disastri del popolo Hani sono strettamente connessi all’utilizzo delle piante. Esiste una relazione simbiotica tra esseri umani e vegetali, in cui entrambi si influenzano e si modellano reciprocamente. Un giorno o due prima di un rituale, gli Hani si avventurano nella foresta, nelle valli circostanti e nei campi terrazzati per raccogliere le piante necessarie. Dopo averle pulite e rimosso rami e foglie secche, le ripongono in un luogo pulito delle loro case, dove non rischiano di essere calpestate. Ogni pianta ha un ruolo preciso nel rituale, che può essere decorativo, apotropaico, purificatore o augurale.

Considerata l’importanza dell’agricoltura nella vita degli Hani, le comunità dedicano particolare attenzione ai riti che segnano il ciclo annuale. Questi riti rappresentano una metafora fondamentale delle idee indigene di fertilità e decadimento, e mostrano un continuo processo di negoziazione tra le comunità umane e non umane, volto a ristabilire un equilibrio che, talvolta, può venire meno.

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Angelica Pastorella

Angelica Pastorella è un'antropologa esperta in Asia Orientale, Sustainability Project Manager ed Esperta Culturale per Kel 12 Tour Operator. È ideatrice di Water & Beyond, un progetto che...